RIFLESSIONI

PESCA PROFESSIONALE E MUTAMENTI CLIMATICI

Gaeta soffre come gran parte dell’Italia

I cambiamenti climatici danneggiano non solo l'agricoltura ma anche le attività di pesca. Negli ultimi 10 anni per il susseguirsi delle cattive condizioni meteorologiche le giornate trascorse in mare dalle imbarcazioni professionali italiane sono calate del 23%.

Se nel 2004 ogni imbarcazione usciva in mare mediamente 150 giorni l'anno, oggi non si superano i 116 giorni, vale a dire 34 giorni in meno, con un danno economico di svariati milioni di euro.

Per i prossimi giorni sui mercati italiani ci sarà una minor offerta di pesce nazionale fino al 40%. Nubifragi, vento e neve riconducibili a Buran, hanno, infatti, costretto molti pescherecci a restare fermi in porto; a soffrire di più è stato il versante adriatico, dove in alcune marinerie il 100% della flotta non è riuscita a lavorare affatto.

Al problema del calo delle attività si è aggiunto anche quello della viabilità e dei trasporti che, in alcune zone, hanno reso difficile il conferimento dei prodotto nei mercati ittici. Il problema è la commercializzazione del pesce portato a terra, visto che il traffico stradale è in fortissima difficoltà tra neve, ghiaccio e in alcuni casi alberi caduti.

Queste ondate di maltempo hanno il loro effetto non solo nell'immediato, limitando l'attività di pesca, ma spesso lasciano pesanti strascichi per quanto riguarda l'insabbiamento dei porti, un fenomeno molto diffuso: uno di questi è il Garigliano.

Sono diverse le marinerie italiane 'rovinate' dall'azione erosiva del moto ondoso, dove le forti mareggiate non solo impediscono ai pescatori di uscire in mare ma in caso riescano a prendere il largo, anche di rientrare.

Minturno, Formia, Gaeta, Sperlonga, Ponza, Ventotene, Terracina, Sabaudia, San felice Circeo, tutti i porti pescherecci stanno subendo le conseguenze dei mutamenti climatici e la risposta è quasi sempre la stessa: demolire!

RETI PIENE DI “RESTE”: TUTTO TACE! PICCOLA PESCA IN CRISI

AL MOLO LA QUERCIA TUTTO COME PRIMA

Abbiamo visto le immagini dei pescatori professionali che hanno le imbarcazioni da pesca ormeggiate presso il Porticciolo La Quercia di Formia pulire le reti dalle “reste” utilizzate per l’allevamento delle cozze.
Fortunatamente il Comune di Formia, in accordo e con la Guardia Costiera, si è preoccupato di smaltire l’intero “pescato” (rifiuti speciali), senza sobbarcare di ulteriori oneri gli addetti del comparto ittico.
Oltre diecimila euro i danni subiti tra reti tagliate e inservibili e quelle strappate dalla corrente perché piene di questi rifiuti altamente inquinanti per l’ecosistema marino.
La cosa per la quale rimango stupito è l’assoluta indifferenza di alcuni amministratori locali e di enti e associazioni che in occasione di manifestazioni si fregiano del titolo di paladini dell’ambiente e gridano al lupo per l’eventuale installazione di un impianto di mitilicoltura e invece in questo specifico caso, che è sotto gli occhi di tutti, scompaiono per riapparire probabilmente nella prossima campagna elettorale.

Fondazione Angelo Vassallo “Il Sindaco Pescatore”

ROSOLINA: TURISMO E MOLLUSCHICOLTURA

Da Rosolina (RO) è partita la rivoluzione legata al rinnovamento dell'attività di molluschicoltura in Italia. La Moceniga Pesca è stata la capofila, l'azienda che prima di tutte le altre ha saputo interpretare la norma legata ai decreti legislativi di orientamento garantendo tracciabilità e sicurezza per il consumatore finale.

Sul numero di giugno 2017 di Italia Più un interessante servizio su Moceniga Pesca e sulla professionalità che da sempre contraddistingue l'amministrazione e i collaboratori della società.

Allegati:
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MOLLUSCHICOLTURA POLESANA MANCA UN PIANO DI GESTIONE PER LA RACCOLTA DEL SEME

Il seme di vongola rappresenta una risorsa per tutti coloro che praticano correttamente la molluschicoltura.

Questa attività inizia con la pulizia del fondale, la semina e la successiva raccolta.

Si discute sempre del ricorso al prelievo del prodotto seme in via emergenziale senza effettuare una seria programmazione come fu fatto nel 2009 nel protocollo tra le Province di Venezia, Rovigo e Ferrara.

La sperimentazione della idrorasca fu fatta all’inzio degli anni 2000 proprio in Polesine, dai consorzi operanti nelle lagune di Rosolina e Porto Viro e successivamente è stata introdotta nelle province di Venezia e Ferrara.

A Goro, ad esempio, contrariamente a quanto succede in Polesine o meglio nel compartimento marittimo di Chioggia si è autorizzati ad uscire con l’attrezzo “idrorasca” anche nelle acque marittime.

Si rende quindi indispensabile e di vitale importanza equiparare il sistema di prelievo del Veneto a quello più avanzato e concorrenziale dell’Emilia Romagna.

Perché il riferimento è a Goro? - Perché le concessioni delle aree nursery sono in acque marine e non come nel Polesine dove le aree si trovano in acque interne.

Le fratture tra gli operatori sono sempre provocate da coloro che preferiscono dividere per comandare piuttosto che unire per condividere un percorso comune.

L’emergenza riguarda la comunità, proprio come la programmazione, ed è per questo che tutti devono scrivere le regole che poi devono rispettare.

Alcune aree sono improduttive, e questo è sotto gli occhi di tutti.

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Richiesta casa popolare

A S.E. Il Prefetto di Latina

Dott. Pierluigi FALONI

 

e  p.c. Al Sindaco di Minturno

dott. Gerardo STEFANELLI

 

Alla Fondazione Angelo Vassallo – Roma –

 

Alla Fondazione Casa Solidale Dopo di Noi ONLUS

Via Lydia Cottone, 25 - Napoli

Oggetto: Richiesta casa popolare e situazione familiare

Egregio Signor Prefetto,

mi chiamo Maria Teresa Fiore e sono nata a Gaeta il 3/11/1943 ,risiedo a Minturno in via A. Sebastiani n.31. Mio marito è venuto a mancare il 30 gennaio 2009.

Dal 2005 ho iniziato a fare richiesta di assegnazione di una casa popolare per i seguenti motivi :

  • Ho due figli, Tiziana Mattarollo, sordomuta e invalida al 50%, sposata e con un figlio; e Gianluigi Mattarollo invalido al 100%;
  • Tiziana vive con il marito e il figlio in via Cavallerizza 29 a Minturno e percepisce 500,00 euro di pensione di invalidità;
  • Gianluigi vive con me ed è anche malato psichiatrico oltre ad essere sordomuto.

Sia io che mia figlia abbiamo fatto domanda di casa popolare : il punteggio è 36 per entrambe benché situazioni come le nostre sono poco comuni a Minturno e probabilmente meriterebbero maggiore attenzione.

Percepisco una pensione di reversibilità di mio marito pari a 600.00 euro.

Mio figlio che vive con me percepisce una pensione di invalidità pari a 1.300,00 e 200.00 della reversibilità del padre.

Paghiamo 500,00 euro di affitto e le dovute utenze.

Gianluigi necessita di cure importanti e costose proprio a causa delle sue condizioni psichiche.

Ho deciso di scrivere questa mia come ultimo atto di una condizione che non potrà continuare ancora a lungo perché anziana e senza una benché minima certezza per il futuro di mio figlio “Dopo di Noi”.

Le spese per le cure di mio figlio sono veramente elevate ed ogni volta che ha qualche aggravamento o crisi epilettica mi reco a Roma per cercare di migliorare le sue condizioni di VITA.

RingraziandoLa per la Sua attenta sensibilità, porgo distinti saluti.

 

Minturno, li 4/05/2017

                                                                                              Con stima

                                                                                      Maria Teresa Fiore

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